Ma perchè queste modifiche? Le entrate principali di Facebook risiedono proprio negli introiti pubblicitari prodotti dalle famose “sponsorizzate“, ossia quei post a pagamento che i venditori utilizzano per arrivare a più clienti possibili. Nell’ultimo trimestre del 2020 infatti Facebook ha registrato entrate per 21,08 miliardi di dollari, di cui 20,736 provenienti dalla pubblicità, mettendo a segno una crescita del 25%. I ricavi pubblicitari dell’intero anno sono saliti a 69,655 miliardi, in crescita del 27%. L’intento delle nuove modifiche apportate a Whatsapp è dunque quello di acquisire maggiori informazioni sugli utenti e sui loro interessi per permettere alle sponsorizzate di essere il più mirate possibili e dare indietro ai fruitori di Facebook Business il miglior risultato possibile in termini di pubblicità mirata. La decisione ha scatenato numerose polemiche ma soprattutto la risposta dell’Unione europea non si è fatta attendere: esiste infatti un regolamento Ue che impedisce a WhatsApp di vendere i nostri dati a Facebook a scopi pubblicitari. In Europa infatti è in vigore il GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali e le nuove regole della privacy di Whatsapp andrebbero in conflitto con quanto specificato dal regolamento, situazione questa che potrebbe prevedere un’infrazione e una multa nei confronti dell’azienda di Zuckerberg, oltre al rischio di una gigantesca causa legale.