Kaspersky, i nostri computer sono davvero a rischio?

Kaspersky, i nostri computer sono davvero a rischio?

In questo articolo cercheremo di spiegare in modo semplice e con qualche tecnicismo necessario quello che sta accadendo riguardo alla sicurezza dei computer che si affidano al famoso antivirus russo Kaspersky e cercheremo di capire se è vera la notizia che sta circolando da diverse settimane secondo cui i nostri computer sono a rischio sicurezza.

Innanzitutto rispondiamo alla domanda: I nostri computer sono davvero a rischio? La risposta è no! Ma andiamo con ordine...

Kaspersky Lab ZAO è una azienda privata russa attiva dal 1997 fondata a Mosca da Evgenij Kasperskij e conta più di 3000 dipendenti, con un fatturato di 698 milioni di dollari nel 2017. Da diversi anni l’azienda ha legato partnership importanti con alcuni big del settore come Microsoft, Juniper Networks, Netintelligence, Clearswift, FrontBridge e altri, e negli anni è riuscita a scovare numerose falle e virus: i loro hub infatti contano 350.000 campioni di malware al giorno. L’azienda dunque gode di fama e stima ma soprattutto è tra le più rinomate del settore e negli anni il suo prodotto è stato premiato come miglior software antivirus da diversi forum e riviste del settore. Ultimamente però, dopo il conflitto occorso con l’invasione della Russia in Ucraina e le sanzioni che stanno mettendo in ginocchio l’economia russa, qualcuno ha ipotizzato che Kaspersky potrebbe essere un cavallo di troia che la russia potrebbe utilizzare contro l’occidente per rubare dati sensibili o compromettere la sicurezza internazionale.

Questo in parte potrebbe essere vero, infatti un software installato su un dispositivo, come ad esempio un trojan o un malware, può accedere alle informazioni di quel computer entrando nelle cartelle o seguendo le tracce che quel dispositivo lascia sul suo hard disk e su internet. Un virus (trojan o malware) può manovrare a distanza un computer e accedere a tutti i file in esso presenti: Può, per esempio, trasformare i computer in uno zombie che verrà inserito all’interno di una botnet, cioè un sistema utilizzato dai malintenzionati per sferrare attacchi informatici in tutto il mondo. Ma è anche in grado di monitorare qualsiasi attività svolgiamo sul dispositivo in questione: da tutti i messaggi scritti attraverso qualsiasi piattaforma, la geolocalizzazione, passando per la cronologia internet e l’attivazione della videocamera per scattare foto nonché del microfono per registrare l’audio ambientale. Gli basta infatti essere installato tra i programmi con una di queste estensioni ‘exe’, ‘vbs‘, ‘bat‘, ‘js‘ (proprio come un software antivirus) e fungere da infiltrato senza alcuna necessità di backdoor, in quanto è lo stesso utente ad averlo volontariamente installato sul proprio pc.

Il dilemma morale di Kaspersky

Ma perchè Kaspersky, un’azienda privata che gode di stima e fattura centinaia di milioni di euro l’anno, dovrebbe compromettere la propria credibilità e rischiare di perdere tutto per aiutare Putin nel caso gli venisse chiesto di spiare i computer dell’occidente? A questa domanda non possiamo dare alcuna risposta, perchè non esiste una risposta logica per cui una azienda di questo calibro possa commettere un tale comportamento fraudolento.

Il CEO di Kaspersky Evgenij Kasperskij ha ultimamente dichiarato di non avere alcun legame con Putin e di non essere sotto il controllo del governo russo, dunque ha rassicurato che il suo antivirus non comprometterà né raccoglierà alcuna informazione su nessun dispositivo. E infatti i computer dei semplici utenti privati che usano Kaspersky possono stare tranquilli, l’azienda non avrebbe alcun motivo, neanche in caso gli venisse chiesto, di manometterli o di rubare dati di irrisoria importanza. Discorso diverso però si porrebbe per quei dispositivi utilizzati da fonti governative, servizi segreti stranieri o pubbliche amministrazioni, in quanto contenenti dati sensibili o addirittura segreti di sicurezza nazionale che potrebbero essere utilizzati contro gli stessi paesi ai quali verrebbero sottratti. Gli stessi paesi che in queste ore hanno imposto diverse sanzioni economiche che hanno messo in difficoltà la Russia. Il rischio dunque per l’utente privato in questo momento non esiste, ma ovviamente in molti hanno deciso di abbandonare Kasperksy e affidarsi ad altri antivirus. Nel 2017 infatti gli Stati Uniti hanno vietato i prodotti Kaspersky da tutti i dipartimenti governativi dopo le polemiche su alcune vicende di contatti tra l’azienda e i servizi segreti russi, che la società ha attivamente negato sollecitando revisioni indipendenti e verifiche del codice sorgente del suo software e annunciando lo spostamento in Svizzera di parte della propria infrastruttura di assemblaggio del software. Dunque per ora è escluso che l’azienda possa manomettere il suo servizio, ma resta in piedi un ulteriore ipotesi, che è quella di esterni all’azienda, potenziali hacker, che utilizzando il software come una backdoor e bypassando i controlli di sicurezza del sistema possano infettare lo stesso antivirus ed utilizzarlo per scopi fraudolenti. Questo però in teoria può avvenire con qualsiasi antivirus, indipendentemente che sia russo o abbia sede e server in un altro paese. Ovviamente l’interesse maggiore resta quello della sicurezza nazionale dunque per gli utenti privati per il momento non vi sono rischi di sorta, e tra gli esperti del settore che in queste ore stanno analizzando Kaspersky non è stata riscontrata alcuna falla.

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